Una metafora “brutale“ della politica canicattinese


Mi scuso per la brutalità della metafora, ma è estremamente pertinente.

La politica è come il “sesso“, nei casi normali si fa in due, e questi due sono il rappresentante ed il cittadino. Chi la prende è sempre il cittadino. Che è felice di prenderla, proprio gode nel prenderla.

Molti anni fa, un Politico canicattinese, per essere precisi, Santo Gallo, sostenne che la politica si compone di un buon 50% di stupidaggini, l’altro 50% di cose serie. Le stupidaggini servono per richiamare la partecipazione dei cittadini, al fine di discutere insieme, l’altro 50%, che sono le cose serie.

Oggi riusciamo in maniera eccezionale a produrre quel 50% di stupidaggini, quindi a richiamarci, ma a quel punto, continuiamo a produrre stupidaggini.

Non basta. Partecipiamo alla politica nella misura in cui si parla di stupidaggini, e godiamo nel “ vedere “ i politici nelle loro diatribe quotidiane, che determinano il nulla di fatto, che nella sostanza vuol dire che, a prenderla lì, siamo tutti noi cittadini e rappresentanti.

L’autolesionismo del canicattinese è qualcosa di ineguagliabile al mondo, da guinnes dei primati.

The Winner is: il Canicattinese.

L’errore maiuscolo del canicattinese, intelligente a dismisura, è proprio quello di sentirsi più “spettu“ degli altri, ma in realtà non lo è, e questa appare l’unica certezza, siamo livellati tutti sotto lo zero, tutt’alpiù siamo capaci, ed in questo eccelliamo, nell’esprimere giudizi, spesso gratuiti, sugli altri, per distruggerci a vicenda.

Mi sbaglio?

Paolo Giardina

Lascia un commento firmandoti con nome e cognome. I commenti sotto pseudonimo non saranno approvati