Ruoli istituzionali, visioni della politica, l’onere di amministrare e il dovere di controargomentare: il Consigliere Cultrera risponde al collega Gazzara


La scorsa domenica mattina ho ascoltato con molto rammarico le parole che il consigliere Sebastiano Gazzara mi ha indirettamente rivolto durante il comizio tenuto dai consiglieri di minoranza in Piazza XX Settembre. Il profondo rammarico ha avuto origine dal fatto che mai mi sarei aspettato un tale atteggiamento, cosi scontroso e provocatorio, da una persona (prima che da un consigliere) verso cui ho sempre mostrato rispetto e stima, sentimenti che vanno oltre l’appartenenza politica, aggiungerei diametralmente opposta. Le sue affermazioni che io giudico futili ed evitabili, hanno il sapore di contestazione nei miei confronti, anche se certamente innescate da un mio intervento relativo agli odg  2 e 3 durante lo scorso consiglio comunale. Tale intervento, caratterizzato sicuramente da una minima impronta ironica, non è stato pensato né condotto con alcuna malafede o senso di superiorità intellettuale nei confronti dei consiglieri di minoranza, specie nei confronti del consigliere Gazzara che di quell’iniziativa si è reso solamente portavoce, essendosi astenuto l’intero gruppo dalla votazione relativa ai punti 2 e 3. Il mio, quindi, non era certamente un attacco alla singola persona, così come è stato palesemente ed erroneamente interpretato, piuttosto una manifestazione di disaccordo alle periodiche e non rare astensioni del gruppo. Riguardo all’astensione, il Gazzara, ha fornito motivazioni futili e pretestuose essendo la deposizione degli atti avvenuta il 29 Marzo, quindi in piena ottemperanza ai termini previsti dal regolamento. Certamente l’astensione è un diritto sacrosanto, per carità, ma in quel caso è apparso, di fatto, un astenersi dal confronto con tutti i rimanenti consiglieri. Mi sembra doveroso ricordare che un qualunque punto all’odg non discusso, rappresenta un’esigenza amministrativa non risolta e quindi non sviluppata. É vero che una maggioranza solida può in ogni caso andare avanti nell’azione amministrativa, ma è altrettanto vero che il parere delle parti che compongono un consiglio comunale è pur sempre di assoluta e fondamentale importanza. A volte quei tipi di astensione/protesta si tramutano, alla fine, in un mancato contributo alla crescita della nostra comunità. Credo sarebbe stato più opportuno, in questo caso –e visto che si è parlato di una questione già nota da tempo– da parte dei consiglieri di minoranza, produrre una proposta scritta o comunque un semplice emendamento al regolamento specifico vigente, cosi da discriminare per esempio le classiche “prese d’atto” o comunque questioni relativamente più semplici, da quelle più corpose e complicate che necessitano di maggiore tempo di studio e definirne i tempi precisi di deposizione degli atti.

Non entro in merito alle parole che hanno costituito per me oggetto di dispiacere. Capisco che a volte la rabbia può condizionarne l’utilizzo. Tengo solamente a sottolineare che io mi sono sempre assunto la responsabilità dei punti per cui mi sono espresso favorevole in consiglio comunale, nel bene e nel male, consapevole che si può fare una scelta giusta cosi come se ne può fare una sbagliata, che se ne può fare una amministrativamente giusta e socialmente sbagliata allo stesso tempo e viceversa. Si può sbagliare anche in amministrazione cosi come lo si fa nella vita quotidiana. L’importante è rimediare al meglio agli errori e alle imperfezioni, laddove questi si presentano. Nulla di nuovo fin qui. Ribadisco al consigliere Gazzara che io non sono assolutamente costretto a “stare zitto e votare” qualunque punto all’odg in consiglio comunale. Posso dire a voce alta e con orgoglio che non appartengo certamente a quel calderone di soggetti che devono per forza di cose sottomettersi alle volontà dei loro padroni politici, magari nell’attesa di una sistemazione. E sono fortunato per questo. Appartengo a questa compagine amministrativa perché è stata ed è volontà mia e dei cittadini e non perché mi è stato imposto da qualcuno. Diversamente, ricordo che, con una certa periodicità, si tengono le riunioni di maggioranza, luogo in cui ci si confronta, ci si informa e poi si decide. Se uno dei consiglieri di maggioranza vuole avanzare qualche criticità su un determinato argomento lo fa in quella sede (e sicuramente, ne è a conoscenza in anticipo degli argomenti, rispetto ai consiglieri di minoranza e questo per più che ovvi motivi), cosicché si possano apportare le dovute modifiche ai vari punti e permettere al gruppo di arrivare compatto e unito in consiglio comunale. Non c’è da sorprendersi se una maggioranza risulti salda durante una votazione. Nessuno ha mai escluso e potrà mai escludere che ci possano essere in futuro varie disapprovazioni da parte di un consigliere di maggioranza su determinati temi. Suppongo sia chiaro anche questo, no?.

Concludo dicendo che mi dispiace se le mie parole sono state male interpretate. Posso essere responsabile di ciò che dico, e su questo penso di essere stato abbastanza chiaro, ma non posso esserlo anche per le interpretazioni che gli altri attribuiscono alle mie parole. Spero che in questo consiglio comunale si ritrovi la giusta armonia. Che si moderino i toni e che si dia un giusto peso alle parole, quando ci si confronta, perché a parità di argomentazioni esistono infiniti modi per potersi esprimere. La mancata osservazione di questi principi, a mio parere, è stato il fattore di innesco principale della maggior parte dei contrasti tra le parti, avvenuti sin ora. Tutto ciò non fa di certo bene alla politica. In un dominio pubblico i suddetti principi vanno fortemente tenuti in considerazione, anche perchè hanno una importanza ed un riflesso, anche sociale, molto più ampio di quello che avrebbe una semplice conversazione tra individui.

Fabrizio Cultrera

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